Viene definita Ingegneria Forense, quella attività, svolta da un professionista tecnico (ingegnere), a servizio o per conto dell’attività giudiziaria, o comunque in seno ad una procedura giudiziaria civile o penale. Tale definizione viene richiamata, con minime varianti, da importanti professionisti del campo, a cominciare dal prof. Ing. Nicola Augenti (Univ. di Napoli Federico II° - “Ingegneria Forense”), direttore dell’unico master italiano del settore.
Nella breve e preliminare descrizione dell’argomento che intendo fare, cercherò di valutare gli aspetti della attività, e le motivazioni per le quali una conoscenza specifica in materia sia necessaria prima di intraprendere qualsiasi incarico in questo campo.
Innanzitutto, tale attività si profila come esattamente parallela a quella di medico legale; rispetto a quest’ultima, però, è stata riconosciuta da circa 20 anni negli USA, mentre in Europa essa è stata “importata” da pochi anni. Si pensi che il Master di II Livello promosso dalla Università di Napoli, sopra citato, ha preso il via solo nel 2008, e che nel resto dell’Europa sono pochissime le specializzazioni in tale settore.
Citando dalla stesa fonte, “l’ing. Forense è quel professionista che, in senso stretto, indaga sulle cause e sulle responsabilità di un evento dannoso, mentre, in senso lato, opera come consulente tecnico di ufficio o di parte, in un procedimento giudiziario.”
Le conoscenze di base di un cd. “ingegnere forense” saranno pertanto trasversali a diverse discipline, il tecnico dovrà conoscere i principi di diritto civile che riguardano la sua attività e i codici di procedura che regolamentano i procedimenti giudiziari nei quali egli sarà impegnato.
Come si evince, pertanto, l’ingegnere forense opera in senso inverso, partendo dagli effetti di una configurazione per capirne e dimostrarne “oltre ogni ragionevole dubbio” quali siano state le cause.
È stato detto che l’ingegnere forense si occupa principalmente di dissesti e crolli, e in seconda battuta di industria; a mio parere, l’ingegnere forense va consultato anche quando vi siano mutazioni della situazione in corso di sviluppo, affinché possa rappresentare alla committenza quali processi si stiano verificando, se questi abbiamo effetti pericolosi, e quali contromisure vadano prese in merito.
Per tale motivo, l’ingegnere Forense si può avvalere di strumentazione semplice (misuratori laser, metro, livella, pacometro, sclerometro, ecc.) e di apparecchiature complesse (Microscopia elettronica a scansione SEM, radiografia X, spettroscopia, ecc.), durante lo svolgimento del suo lavoro.
Si pensi anche che dietro ad un incidente, o ad una catastrofe strutturale si può celare un problema di metallografia, e quindi all’ingegnere forense serviranno la capacità di riconoscere al microscopio la superficie di frattura, e gli strumenti necessari per svolgere il proprio compito.
Parlando nello specifico di strutture civili ed abitative, capita talvolta di imbattersi in situazioni potenzialmente pericolose, quali il distacco tra due corpi adiacenti, che, in assenza di informazioni, può essere ancora in corso.
In questo caso, mostrato nella figura 1 a fondo pagina, il lavoro preliminare dell'ingegnere forense sta nella caratterizzazione dello stato dei luoghi, e ciò si può ottenere monitorando le lesioni con appositi fessurimetri, che, in questo caso, sono stati posti internamente all'edificio, in corrispondenza delle lesioni. Il primo dei due (figura 2) è del tipo rettilineo, mentre il secondo (figura 3) è del tipo angolare, prestandosi meglio per monitorare la lesione in corrispondenza di uno spigolo.